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L'Arena di Verona in sette film: FABIOLA


Fondazione Arena di Verona, Centenario del Festival, Arena Festival Hall in collaborazione con Verona Film Festival presentano la rassegna CENTO ANNI SULLO SCHERMO - L'ARENA DI VERONA IN SETTE FILM



FABIOLA

(Italia 1949, 164’)



Regia: Alessandro Blasetti, sceneggiatura: A. Blasetti, A. Pietrangeli, D. Fabbri, C. Zavattini, E. Cecchi, J-G. Auriol, V. Brancati, C. Pavolini, interpreti: Michèle Morgan, Heny Vidal, Elisa Cegani, Michel Simon, Gino Cervi, Rina Morelli, Paolo Stoppa.





«Dal romanzo Fabiola, ovvero La Chiesa delle catacombe (1854) del cardinale Nicholas Wiseman. All’inizio del IV secolo Rhual, giovane gallo convertito al cristianesimo, trova lavoro a Roma come gladiatore e s’innamora di Fabiola, figlia di un senatore che viene assassinato per ordine dell’imperatore. Dell’omicidio sono accusati i cristiani contro i quali si scatena la persecuzione. Fabiola passa dalla loro parte. Fu il primo colosso italiano del dopoguerra e il primo nella classifica degli incassi tra i film nazionali nella stagione 1948-49. Finanziato con capitali cattolici (Unitalia), spiacque ai cattolici perché troppo audace nelle scene erotiche.»



Il Morandini 2013





«Roma, IV secolo. Il senatore Fabio Severo viene misteriosamente assassinato e del delitto sono ingiustamente accusati i cristiani, che subiscono, per questo, una dura persecuzione. Tra loro vi è anche l’ex gladiatore Rhual, che si è convertito al cristianesimo e che rifiuta la libertà ottenuta per lui da Fabiola, figlia di Fabio Severo. Dopo il martirio di Sebastiano, Fabiola si convince che l’assassino è da cercare tra le alte sfere del Potere. Per le sue palesi simpatie verso i cristiani, viene imprigionata. Per i cristiani l’imperatore Costantino che si avvicina con le sue guarnigioni a Roma, sarà la salvezza. Blasetti, come si avverte dalla didascalia d’apertura, dedicò il film, primo kolossal italiano del dopoguerra, ai perseguitati, agli offesi, alle vittime di ogni violenza. Fu scritto da una schiera infinita di sceneggiatori d’alto nome. Da qui, forse, la sua non omogeneità narrativa arricchita di didascalie esplicative. Il film, che costò molto e poté godere di un cast d’interpreti eccezionale, fu comunque accolto assai bene dal pubblico che gli decretò il primo posto nella graduatoria degli incassi stagionali. Le spettacolari scene dei combattimenti tra cristiani e gladiatori furono girate nell’Arena di Verona nel settembre ottobre 1948, con migliaia di veronesi coinvolti come comparse. Alle scenografie lavorò il veronese Franco Lolli.»



Verona e il cinema

a cura di Giancarlo Beltrame e Paolo Romano


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