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Omaggio a CARLO LIZZANI

Carlo Lizzani ci ha lasciato poche settimane fa. Figura importante del nostro cinema, ha realizzato drammi, commedie, polizieschi, oltre ai film di impegno civile, tentando di fare i conti con un periodo cruciale della nostra storia, il fascismo.
I martedì del festival hanno dedicato un’ampia retrospettiva al grande regista italiano tra l’autunno del 2012 e la primavera del 2013.
Dedicheremo un'altra serata al regista con:

ore 20.15
HOTEL MEINA (Italia, 2007)
con Veronica Bruni, Federico Costantini, Eugenio Allegri, Silvia Cohen

“Quello che mi ha affascinato nella storia, tutta vera, raccontata nel libro è il modo imprevedibile con il quale il male e il bene in questa particolare occasione sono entrati in conflitto. E, prima ancora, si sono presentati in scena, hanno preso forma. Per me rappresenta un altro capitolo di quella ideale storia in immagini del fascismo e dell’antifascismo che da decenni cerco di ricreare attraverso film basati su fatti realmente accaduti o tratti da opere letterarie.” Carlo Lizzani



ore 22.00
CELLULOIDE (Italia, 1995)
con Massimo Ghini, Giancarlo Giannini, Lina Sastri, Crhistopher Walken, Milva, Anna Falchi

"Di Celluloide, fatto con un amore che sfiora l'eroico, si ricorderà soprattutto il valore di testimonianza, e il ritratto efficace di un'amicizia virile: quella fra Rossellini e Amidei, due geniacci capaci di dichiararsi il reciproco amore a suon di litigate. Resta invece lievemente in ombra il contesto, ovvero, quella Roma del '45 così piena di slanci e di tragedie, ma in questo senso si vede benissimo che i limiti del film sono soprattutto produttivi: gli americani, per un film così, avrebbero speso miliardi e avrebbero ricostruito l'epoca in stile Forrest Gump, Lizzani e soci hanno dovuto fare i salti mortali e gli esterni di Roma - che è cambiata non poco, si sa! - sono giocoforza pochi, e tutti al risparmio. Resta da dire degli attori: il migliore in campo è "ovviamente" Giannini, che oltre a essere un fuoriclasse aveva il compito più facile, rendere un Amidei di cui pochi, nel pubblico, ricordano il volto. Ma se la cava bene anche Ghini nei panni di Rossellini, e fa miracoli Lina Sastri nello sfidare un mito come quello della Magnani. Insomma, chi c'era si emozionerà e chi non c'era imparerà qualcosa: Celluloide era una scommessa impervia, Lizzani l'ha vinta almeno al 70 per cento." Alberto Crespi

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