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ALL IS LOST di J.C.Chandor

Regia e sceneggiatura: J.C. Chandor, montaggio: Pete Beaudreau, fotografia: Peter Zuccarini, Frankie DeMarco, musica: Alexander Ebert, interpreti: Robert Redford

«Sentivo di poter girare un film molto convincente, drammatico, elettrizzante (o almeno lo speravo), ma nella terza parte ho dovuto affrontare il problema di mettere in scena, proprio davanti agli occhi dello spettatore, l’esperienza emotivamente molto intensa di una persona costretta a fare i conti con la propria mortalità [...] Allora ho capito che il modo migliore era fare sì che il pubblico provasse direttamente quello che stava accadendo al protagonista; quindi ho girato come se lo spettatore fosse davvero lì con lui.» J.C. Chandor «Il plot non è nuovo, lo è il modo in cui Chandor, alla seconda regia dopo il brillante Margin Call, scrive e realizza questo thriller (r)esistenziale. Di naufraghi ne abbiamo visti molti, al cinema e nella realtà. Tante variazioni sul tema dell’uomo in bàlia della natura, primitiva e feroce. Vita di Pi di Ang Lee (e Titanic a parte), soprattutto viene in mente il bel film di Zemeckis, Cast Away con Tom Hanks, con lo zampino di James Cameron, perché alcune riprese sono davvero mozzafiato. Se in Cast Away un sopravvissuto a un disastro aereo doveva fare i conti con un’isola deserta e reinventarsi un presente, qui c’è un uomo senza nome, che si risveglia e scopre che un container abbandonato, pieno di scarpette da ginnastica per bambini, lo ha speronato e la ua barca a vela sta andando alla deriva. Non dispera fino alla fine, non piange: agisce. Tenta qualsiasi espediente per uscirne vivo. Non ci sono indizi o flashback, né sogni che ci dicano qualcosa del suo passato. C’è solo lui e il desiderio di sopravvivere. La soggettiva continua, le riprese claustrofobiche, il ritmo drammaturgico perfetto creano un’empatia totale e una tensione emotiva che attanagliano lo spettatore per l’intera durata del film.»

Marina Sanna, Cinematografo.it

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