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L'Arena di Verona in sette film: SPARTACO

Fondazione Arena di Verona, Centenario del Festival, Arena Festival Hall in collaborazione con Verona Film Festival presentano la rassegna CENTO ANNI SULLO SCHERMO - L'ARENA DI VERONA IN SETTE FILM SPARTACO (Italia/Francia 1953, 106’) Regia: Riccardo Freda, sceneggiatura: Riccardo Freda, Gino Visentini, Jean Ferry, Marie Bory, fotografia: Gabor Pogany, musica: Renzo Rossellini, interpreti: Massimo Girotti, Gianna Maria Canale, Carlo Ninchi. «Ridotto in schiavitù, il trace Spartaco tenta la fuga più volte, stimola e capeggia la rivolta dei gladiatori, è ferito, ama teneramente Sabina, figlia del suo ex padrone Licinio Crasso che, dopo una prima sconfitta romana, promette la libertà per lui e i suoi seguaci. In sua assenza, si decide un dissennato attacco frontale. Occultata la dimensione sociale degli avvenimenti (Spartaco come il Cristo pugnace della tradizione proletaria e socialista), Freda e i suoi sceneggiatori puntano sul versante avventuroso e spettacolare con risvolti erotici che gli attirano il severo giudizio del Centro Cattolico. Il personaggio era già stato portato sullo schermo all’epoca del muto nel 1909 e nel 1913.» Il Morandini 2013 «Nel 73 a.C., per avere difeso una schiava, il soldato romano Spartaco viene mandato a combattere nell’Arena come gladiatore. Innamorato di Sabina, figlia di Licinio Crasso che gli promette la libertà, conduce alla ribellione gli altri schiavi e perde la vita in battaglia. Storia romana più volte portata sullo schermo. Già in giorni di cinema silenzioso (1909 e 1912) e, clamorosamente, da Kubrick nel kolossal d’autore del 1962 con Kirk Douglas protagonista. In questo di Freda si è utilizzata l’Arena di Verona come anfiteatro in cui si allenano i gladiatori della Roma imperiale. I leoni e le controfigure erano stati forniti dal circo di Darix Togni. La facciata neoclassica del municipio in piazza Bra per tutto il mese di settembre del 1952 venne trasformata in tempio romano con l’aggiunta di due grandi statue laterali e di frontoni. In Arena, invece, venne costruita una grande piscina e con una bireme vi si girarono le scene di naumachia. Tutti interventi scenografici opera del gardesano (era nato a Lazise) Franco Lolli.» Verona e il cinema a cura di Giancarlo Beltrame e Paolo Romano

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